Tra le mille attività di promozione della Val di Cecina una che mi ha destato particolare interesse è quella promossa da un associazione di agriturismi di Pomarance e Castelnuovo Val di Cecina e che si è recentemente tenuta a Pomarance.
L’Associazione propone una Cena a km zero con una ricca varietà di portate a base di prodotti strettamente legati al territorio. Ogni portata sarà cucinata da una singola azienda agrituristica ed il tutto sarà presentato in uno spazio neutro che richiama molto la tipicità di una sagra.
La particolarità di questa iniziativa risiede nella capacità di coesione delle aziende agrituristiche che invece di farsi concorrenza si scambiano prodotti e ricette.
Riporto il menù qui di seguito:
“Cena a KM ZERO"
Antipasti
Tartare di Mucco Pisano
Sformatino di Cavolo nero su crema leggera di cavolfiore
Crostino di ricotta e marmellata di cachi
Salumi locali
Crostino di salsiccia di cinghiale e stracchino
Primi Piatti
Minestra di Farro
Ravioli ricotta e bietola con ragù di maiale
Lasagne
Secondi Piatti
Controfiletto di manzo su Crema di ceci
Cinghiale
Dessert
Crema cotta con pere e zafferano
Ricciarelli
Vini
Vino Rosso “Moretto”
Pane
Pane di Montegemoli
Ritengo sinceramente che questa iniziativa sia un magnifico esempio di connubio tra agricoltura e turismo, un concreto punto di arrivo di ciò che è stato seminato dalla Regione Toscana con la pubblicazione della legge 30 del 2003.
Se nella volontà del legislatore c’era la creazione di piccole aziende capaci di fornire non solo il pernottamento ma anche la possibilità di proporre piatti della tradizione in un contesto tipico della realtà contadina, si può asserire che questo obiettivo è stato pienamente raggiunto in Val di Cecina.
Nel comprensorio che va da Volterra a Pomarance, a Castelnuovo Val di Cecina si trovano numerosi Agriturismi di piccole dimensioni, ancora a gestione familiare dove sono i proprietari stessi a curare l’accoglienza senza tralasciare il lavoro nei campi. Sono luoghi adibiti all’ospitalità dove è possibile mangiare direttamente con la padrona di casa che poi è la cuoca stessa, e dove si mangiano i prodotti dell’orto e le marmellate fatte in casa.
Ritengo che in questo contesto sia stato raggiunto un perfetto equilibrio tra ristoranti standard con un menù alla carta sempre piuttosto ricco e che comunque propongono piatti di riguardo e ristorazione in agriturismo dove la cena deve essere prenotata con giorni di anticipo e il menù è fisso e tradizionale, a garanzia di pietanze cucinate realmente il giorno stesso.
A mio parere questo equilibrio rischia di essere inclinato dalle recenti proposte della Regione Toscana in cui si vorrebbe dare agli agriturismi la possibilità di somministrare cibo anche a chi non pernotta nella struttura, rischiando di creare una sorta di “pizzeria” in campagna togliendoci il piacere dei tortelli fatti in casa!
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